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Comunicare con il ritmo

Per noi batteristi il ritmo è tutto, è il motore della nostra vita è l’essenza della nostra musica. Tutti i nostri gesti, regolari, misurati sono al servizio del ritmo! Come insegnanti ci troviamo spesso a spiegare ai nostri allievi cos’è il ritmo, la pulsazione…. Questo breve articolo cerca di focalizzare alcuni aspetti fondamentali del ritmo e del “andare a tempo”


Sincronizzarsi sulla musica: la pulsazione


Immagina di essere a un concerto rock: il pubblico alza le braccia e le muove a destra e a sinistra, poi canta il ritornello, molti oscillano con tutto il corpo. Applausi. Inizia la canzone successiva tutti battono le mani seguendo la musica.


Spostiamoci a un corso di tango argentino: i danzatori a coppie compiono evoluzioni di passi, si fermano, ripartono, girano. Infine facciamo capolino a una festa di fine anno in una scuola: un gruppo di bambini canta e un altro suona con flauti dolci e percussioni.


Cosa hanno in comune queste situazioni?

In tutte il ritmo giuoca un ruolo importante nella comunicazione fra le persone, sia che queste stiano cantando, suonando, ballando, battendo le mani o muovendosi. E tutte, probabilmente, sono situazioni piacevoli, divertenti, eccitanti per chi le vive.

Quando pronunciamo la parola “ritmo” pensiamo a movimento, danza, energia , piacere; il ritmo esercita un’attrazione, ha la capacità di coinvolgerci sia sul piano motorio che su quello emotivo.

Ma c’è un altro aspetto che unisce le esperienze precedenti, e cioè il fatto che diverse persone si muovono, cantano, suonano, battono le mani insieme, in sincronia. Vanno a tempo, come si dice solitamente.


Ritmo libero e ritmo misurato


In genere le esperienze ritmiche sono associate alla possibilità di compiere movimenti regolari, cioè di sincronizzarsi, sia con la musica (quante volte ci sorprendiamo a muovere un piede mentre ascoltiamo?) sia con le altre persone che in quel momento la stanno ascoltando, suonando o cantando con noi. Sincronizzarsi significa quindi individuare nel flusso sonoro complesso e vario un riferimento regolare, una scansione isocrona chiamata pulsazione, termine che richiama un’analoga esperienza corporea, e cioè il battito del polso.


Ma anche le musiche sulle quali non riusciamo a sincronizzarci hanno un ritmo. In questo caso le durate dei suoni non hanno rapporti proporzionali, quindi parliamo di ritmo libero, mentre quando le durate sono rapportabili in base ad un’unità di misura comune si parla di ritmo misurato.


La pulsazione è appunto l’unità di misura temporale che ci permette di cogliere i rapporti proporzionali fra le durate.

La maggior parte delle musiche del mondo è in ritmo misurato; di conseguenza la ritmicità viene associata a questa situazione, mentre le musiche in ritmo libero ci danno una sensazione di sospensione temporale. Talvolta ritmo libero e misurato convivono, e spesso la parte in ritmo libero ha una funzione introduttiva.


La modalità più complessa di sincronizzazione ritmico-motoria è la danza, pratica dalle molte valenze sociali ed espressive, diffusa in ogni cultura, epoca e stirato sociale. Le musiche per danza hanno una struttura ritmica semplice e chiara, in modo che sia facile individuare la pulsazione e coordinarsi su di essa.


Andare a tempo: pulsazione e ritmo


Qualche volta la pulsazione è fisicamente presente nel brano ed è eseguita da uno strumento (una percussione, un basso) ma spesso e sottintesa allo scorrere del ritmo ed è la nostra mente che la “inferisce” estraendola dal flusso temporale. Come si affina la capacità di sincronizzazione?Come si impara cioè ad andare a tempo? Osserviamo altre due situazioni.


La madre culla il proprio bambino: intona una canzone con la voce e fa oscillare le braccia ed il busto.
Un gruppo di bambini fa la conta: uno di loro scandisce il testo e sposta la mano da un compagno all’altro, finché si ferma all’ultimo.

Di nuovo troviamo un aspetto comune ai9 due momenti: una relazione fra il flusso sonoro e un movimento regolare. Nel primo caso fra la melodia (che ha un suo ritmo) e un’ oscillazione binaria (destra - sinistra); nel secondo fra una sequenza ritmico-verbale e lo spostamento della mano che indica a turno i diversi bambini.



Proprio questa relazione fra successione delle durate sonore e pulsazione sta alla base del senso ritmico, che si sviluppa nella misura in cui i bambini fin dai primi mesi di vita hanno occasione di sperimentarla. Ninne nanne, canti e giochi ritmici con testi associati al movimento, giochi motori di coordinazione, filastrocche e conte costituiscono dunque un repertorio prezioso per sviluppare la percezione ritmica.


Per andare a tempo senza avere bisogno ogni volta di scandire/sentire la pulsazione è importante che questa sia interiorizzata, cioè immaginata anche quando il suono non c’è. Allo scopo di favorire questo processo di interiorizzazione è utile partire con sequenze “piene” e togliere gradualmente alcuni suoni sostituendoli con silenzi. Quello che resta alla fine è … un ritmo!

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