Difficoltà di apprendimento?
Molti studi dimostrano gli effetti benefici della formazione musicale sullo sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini e dei ragazzi.

DSA e studio della Musica
E’ stato ampiamente dimostrato che lo studio della musica, in particolare nella prima infanzia, permette di prevenire o ridurre i deficit della dislessia. Studiare musica da piccoli infatti modifica i meccanismi neurali di lettura delle parole, qualunque sia la nostra predisposizione genetica: La formazione musicale all’inizio dell’alfabetizzazione sviluppa infatti un centro di analisi visiva simbolica anche nell’emisfero cerebrale destro, che viene utilizzato sia per decodificare le parole sia le note.
Inoltre recenti ricerche hanno dimostrato che la dislessia non è solo un problema di lettura, ma anche un problema riguardante gli aspetti ritmici della scrittura. Questo problema deriverebbe da una difficoltà nell'eseguire una sequenza fluida di movimenti. Per aiutare chi è affetto da dislessia a mantenere un comportamento ritmico i ricercatori suggeriscono un'educazione specifica al ritmo attraverso la pratica musicale.
Difficoltà di apprendimento e lo studio della musica
Per quanto riguarda le difficoltà di apprendimento quali deficit di concentrazione e attenzione, a problemi di sviluppo del linguaggio o di elaborazione delle informazioni visive e uditive, la lo studio della musica, in particolare modo del ritmo, rappresenta un valido aiuto.
Infatti l’attività musicale migliora l’acquisizione del linguaggio, come ad esempio migliorare le difficoltà di articolazione, che a loro volta promuovono e rafforzano la fiducia negli ambienti sociali e sviluppano relazioni familiari e tra pari più forti.
Suonare uno strumento musicale o cantare non impegna solo la corteccia motoria e premotoria, deputata alla programmazione ed esecuzione dei movimenti. Sono coinvolti anche i sistemi di regolazione del feedback uditivo, visivo e propriocettivo, quelli attentivi e di controllo, i sistemi di memoria e i sistemi di codifica delle emozioni: in sostanza l’intero cervello.
Chi studia uno strumento musicale lavora sul coordinamento, sull'equilibrio e sulle capacità motorie necessarie per trattenere, afferrare e muoversi, aiutandolo ad affinare le capacità di motricità fine necessarie per suonare strumenti musicali. L’ allievo motivato ad utilizzare gli strumenti e ad interagire con il maestro impara gradualmente a padroneggiare abilità di motricità grosso-motoria e di motricità fine.
L’attività musicale promuove la neuroplasticità e aumenta la connettività, producendo sinaptogenesi, non solo ippocampale. Attraverso tecniche specifiche di improvvisazione musicale l’allievo lavora per lo sviluppo di abilità trasferibili negli ambiti dell’attenzione, memoria, processo decisionale, ragionamento, organizzazione e pianificazione.